MIAOOOOO CIAOOO DA SCRICCIOLA

Ciao a tutti, vi scrivo dal blog di un'amica per farmi conoscere e trovare una famiglia dove trasferirmi.

Vivo a Catena (Treviso)

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Sono Honey, un pò per il colore del mantello, un pò perché sono dolce; ma nel tempo il mio nome è diventato Scricciola credo perché sembro gracile e minuta.

Sono gioiosa e divertente, gioco con tutti e tutto: animaletti, insetti e cose inanimate. Certo questo anche a detta dei miei coinquilini umani ai quali sono molto affezionata, ma per problemi logistici, come dicono loro, devo spostarmi di residenza. Miao, di me posso dirvi tanto  …..ma compresso in poco più di 4 mesi, che corrispondono al mio vissuto, si perché sono nata  il 7 Ottobre e questo mi ricorda che non ho ancora fatto  …brrrrr… il vaccino. Spero che non sia doloroso come ho sentito dire dagli adulti. La mia padroncina dice che non devo temere nulla perché è solo una punturina. Ma le mie zie, Pantalona, Bianca, Arlecchina e Susina,  si prendono gioco di me. A volte dopo avermi raccontato delle storielle si voltano e portano  la zampa alla bocca mentre questa si stira da parte a parte. Mi sembra di sentire ancora il loro ridacchiare quando ieri zia Arlecchina mi disse di non andare in giardino ed in particolare dietro il roseto perchè le punte di questo secernono un veleno terribile, in grado di darti il sonno: “ svegliandoti ti troverai trasformata in un canguro” ,  mi disse. Io non voglio essere trasformata in un canguro anzi cangura e pensadoci bene non credo fino in fondo alla storia della zia.

Le zie sono quattro, grandi e grosse. Non hanno mai voglia di far nulla, sbuffano e soffiano infastidite, continuamente, quando mi avvicino a loro.

– Che fai piccola, non vedi che stiamo parlando? –

– Aria bestiolina!

– Vai a far compagnia agli insetti in giardino!

– via sgattaiola… per l’appunto!

Io abbasso la testa e vado sul prato in cerca di amicizie. E’ buffo pensare che le mie simili, se non altro per appartenenza alla medesima specie, siano poi quelle che mi rifiutano.

Il giardino è meraviglioso, un eden verde, florido di erba fresca ed odorosa con piccole e grandi …. grandissime piante. Ce ne è una in particolare, un albero… Ma, Mangioia… ah si Magnolia (come mi ha detto la padroncina), che mi sembra tocchi il cielo. É talmente alta che a malapena sopporta i raggi del sole, mi ha detto zia Susina. Prometto a me stessa che domani provo a scalarla, ma non sino all’apice, non voglio certo bruciarmi!

Oh ecco Pantalona. (Le è stato dato questo nome perchè bianca e nera ma non nel senso di puzzle nero/ bianco. Il suo corpo è diviso in due. La parte anteriore è bianca, mentre il posteriore eccetto le zampe è nero.

Comunque non è bene chiamarla così, si arrabbia di botto e comincia a soffiare.

– Ciao Zia.

– Chi ti ha detto che sono tua zia?

– La padroncina…

– Come ti ho già detto gli umani hanno una brutta abitudine, giocano con le parole e gira e rigira ti fanno credere quello che vogliono. E’ un’imbrogliona! – disse Pantalona.

Scricciola fece una smorfia, ma non osò rispondere. Era nel suo carattere acquietare le acque. Inoltre sapeva bene quanto fosse irrascibile la zia.

– Sarà come dici ma non mi sembra bugiarda la Signorina – disse in tono pacato la cucciola.

– Oh bella, tu sei piccina ed hai ancora quel faccino così delicato ed ingenuo, tante cose le capirai in futuro!- rispose brusca la gatta.

– Aiutami a capirle zia Pan… – la piccola si bloccò all’istante, facendo poi un gesto che negli umani corrisponderebbe allo sbattere delle ciglia.

Pantalona emise un sospiro ed in attimo la tensione scemò.

Ella era la più irruente tra le gatte ma anche la più sensibile e sapeva essere d’aiuto nei momenti più difficili.

– Vieni cara, facciamo un giro, l’ambiente è grande e non tutto conosciuto, perciò può essere pericoloso. E’ ora che cominci a comprendere cosa ti sta attorno.

– Ciao Zia Bianca – disse Scricciola vedendo la gatta sbucare da dietro un enorme vaso che ospitava un meraviglioso e profumatissimo cedro.

– Oh sei quì piccolo demonietto – disse lei mettendosi ad annusare una petunia o forse guardare ciò che si nascondeva tra i suoi petali.

– Si sto perlustrando il terreno con la zia – disse Scricciola nel suo solito gioioso modo.

– Bene cerca di ascoltarla e fai tesoro di ciò che ti dice rispose l’altra salutando Pantalona e trotterellando via.

Se non altro avrò una sorta di compagna di giochi per qualche ora –  si disse la gattina. Lei avrebbe voluto salire su una pianta o seguire gli insetti che appiedati o alati frequentavano quello stupendo spazio naturale.

Erano giunte al vecchio pollaio, spazio vuoto da anni ora usato come ripostiglio per gli attrezzi.

– Vedi cara quì un tempo c’erano simpatici uccelli senza ali che più che beccare il terreno non facevano. A parte il Sig. Gallo era un posto pacifico questo, nel quale di tanto in tanto noi gatte venivamo per chiaccherare con loro.

– Tipo quindi gli uccelli che svolazzano sopra il giardino?

– Si esattamente, ma quelli riescono a sollevarsi sopra le nostre teste, quelli di cui parlo io hanno ali spuntate e sono troppo troppo grassi per elevarsi da terra, anche di pochi centimetri.

– Quindi capisci la loro lingua! Miaoooo che forte! Un giorno me la insegni?

– Ma certo figliola – disse l’altra troppo orogliosa per smertirsi.

Una mosca prima ed un grillo dopo distrassero Scricciola che finì per rincorrerli. Pantalona  impegnata a fare un’ispezione più minuziosa della costruzione non notò che la piccola era sparita.

– Diavolo di umani, hanno rivoluzionato proprio tutto. Neanche l’ombra di una penna. Mi mancano quei finti volatili ed il loro ciacolare e borbottare.

– Si? Com’erano? – Chiese Scricciola di ritorno e con il fiatone

– Beh gentili, a volte un pò noiose perchè più che rovistare tra i vegetali o sulla lettiera in cerca di granaglie non facevano altro.

– Avevano dei piccoli come me?

– Si certo, piccoli, gialli peluche, soffici come la neve e sprovveduti come i loro genitori. – sorrise Pantalona ricordando i teneri pulcini che le correvano appresso e si perdevano nel giardino spesso finendo in strada. Non poche volte lei dovette di gran carriera correre fuori della proprietà ed afferrare quegli strani incoscienti  batuffoli di pelo prima che una vettura li trasformasse in piatti involucri privi di vita.

I due mici spesero qualche ora all’interno del deposito, curiosando in ogni punto, motivo del risveglio di ricordi della gatta adulta e ragione di novità ed infinito gioco per la piccola.

Instancabile come solo i gattini sanno essere Scricciola si consumò correndo in lungo ed in largo per il prato, l’orto, ed il  box, annusando ogni fiore, afferrando ogni singola foglia o filo d’erba che un colpo d’aria smosse o gettandosi ancora su un germoglio che un impercettibile scatto portò alla luce.

Quando la sera manifestò il suo avanzare e la luminosità del cielo cominciò a declinare le gatte erano già rientrate a casa: le adulte pacificamente addormentate, accoccolate su un letto o su una sedia come sovradimensionate riproduzioni scultoree di mici, la giovane gattina  vispa ed sprizzante d’energia come se si fosse appena svegliata.

– Wow oggi è stata una gran bella giornata. Mi sono divertita tanto anche se con le zie spesso si finisce per parlare, parlare e parlare. Ed a quel punto subentra un pò di noia scacciata però, immancabilmente, dall’arrivo di uno dei tanti amici a due zampe che  si avvicina con gentilezza e mi accarezza proprio sotto il mento o dietro l’orecchio. E’ una vera libidine!

Ora però devo pensare al mio futuro e alla nuova famiglia che mi dovrà ospitare. Il mio trasferimento è dettato dallo scarso spazio disponibile. Se sottraggo all’area di casa la superficie assegnata ai miei amici umani e quelli inaccessibili, a me ed alle zie non ne rimane molta.   Ma non è solo questo. Come mi ha spiegato la padroncina io ho bisogno di un nuovo focolare, di contatti nuovi e rendere felice quei bimbi e bimbe che desiderano in casa una simpatica e giocherellona a quattro zampe.

Yawn .. che sonno.

Eccolo, l’amico della padroncina è in arrivo e viene proprio verso di me con un gran sorriso! Ciao Alex. –  

Una corsa pazza e Scricciola si tuffa tra le braccia del ragazzo appena comparso. Dopo aver ben massaggiato con i cuscinetti delle zampe  le braccia di Alex e strusciato la testolina contro il capo del giovane la micina si arrende alle carezze, emette un debole ronzio che in pochi istanti diventa un suono ben distinto…. – ron ron ron.

Non è un profondo sonno quello in qui è sprofondata ma una piacevole sensazione di sonnolenza che la culla in un fantastico mondo di tenerezza e progetti di salti e rincorse tra i corridoi ed angoli di casa, ma soprattutto di speranza di incontrare presto i suoi nuovi compagni di vita.

Miaoooo chiamatemi!!!!!

al NUMERO  340 7509467

E CHIEDETE DI ARIANNA

Scricciola